La Dorothy Circus Gallery è lieta di presentare la doppia mostra personale di Masakatsu Sashie e Charles Levalet, due artisti di fama internazionale che esplorano i significati nascosti ai margini della vita contemporanea.

Di ritorno in Italia, l’artista giapponese Masakatsu Sashie (n. 1974) presenta Simulacrum, una nuova serie di dipinti a olio incentrata sulle sue celebri sfere fluttuanti, globi incredibilmente dettagliati che fluttuano su paesaggi desolati. Queste sfere fungono da vanitas contemporanea, colme dei rifiuti della cultura consumistica: bottiglie di plastica si mescolano a circuiti elettronici, i loghi dei brand si confondono in motivi astratti, e gli scarti della vita quotidiana si comprimono in forme geometriche perfette. 

Tra questo apparente caos, emerge un livello di dettaglio straordinario: Sashie dipinge ogni elemento con la cura e l’attenzione solitamente riservate agli oggetti preziosi. Le sfere brillano contro orizzonti desolati come strani artefatti alieni, mentre ai loro piedi si stendono parcheggi vuoti e infrastrutture abbandonate, scheletri di una civiltà industriale. L’artista ha eliminato ogni presenza umana, lasciando solo le tracce del passato. La sua precisione tecnica si trasforma in una meditazione malinconica sui cicli di desiderio e consumo, accelerati fino a superare ogni comprensione.

Simulacrum segna un’evoluzione nel linguaggio visivo di Sashie, riflettendo i cambiamenti nel nostro rapporto con il consumo. In questa nuova serie di opere, il vuoto diventa protagonista, permettendo alle sfere di fluttuare in uno spazio ampio e senza confini. Il loro isolamento ne accentua la presenza: quasi come icone religiose, queste sfere custodiscono la nostra cultura materiale, ora percepita come distante, pur essendo composta dagli stessi oggetti che solo ieri affollavano le nostre vite.

L’artista francese Charles Leval, noto come Levalet (n. 1988), propone una prospettiva diversa, ma ugualmente concentrata su ciò che la società lascia dietro di sé. Figlio della vecchia scuola di Blek le Rat e Jef Aérosol, Levalet ha sviluppato la sua arte urbana negli anni, applicando figure a grandezza naturale su muri e scale di Parigi e di tutta la Francia. Ispirato dal teatro, dal cinema e dall’improvvisazione, trae dall’intrattenimento dal vivo riferimenti per creare una sua compagnia immaginaria di comici. I suoi personaggi, sempre a grandezza reale, prendono vita negli spazi che l’artista studia attentamente, e vengono realizzati con inchiostro su carta, ispirandosi a fotografie teatrali.

Mascherato da ragazzo comune, il personaggio di Levalet è al tempo stesso Ulisse e Nessuno, se preferiamo lasciarlo senza nome. Potremmo chiamarlo con i nomi dei nostri bambini, perché quel ragazzo che timidamente nasconde il volto sotto il cappello è ciò che cerca e ciò che scopre, in se stesso e negli altri. Come un illusionista che introduce lo spettatore in una realtà parallela, sottilmente intrecciata con la nostra, l’artista presenta versioni alternative di sé impegnate in avventure comiche. Nasce così un gioco di dialogo visivo con l’ambiente urbano, dove i personaggi interagiscono con l’architettura e sorprendono i passanti, offrendo uno sguardo su un mondo surreale e affascinante.

Dopo il successo della sua mostra a Londra nel 2022, Levalet torna alla Dorothy Circus Gallery con Relics, un nuovo corpus di opere che approfondisce questa esplorazione. Le sue figure solitarie si muovono in situazioni sospese tra la commedia e il peso esistenziale, aggrappandosi a strutture fragili o vagando senza meta in paesaggi assurdi. I materiali rivestono un ruolo altrettanto centrale: lame di sega diventano foreste, tavolozze da pittura logore formano il terreno, e ogni oggetto porta con sé una storia, avvolgendo le figure anziché limitarle. I corpi sembrano reagire al contatto con questi materiali, come se fossero spinti indietro dalla materia stessa. 

Se le sfere di Sashie fluttuano in perfetta sospensione pittorica, i personaggi di Levalet sono invece intrappolati nel mondo fisico, alle prese con la sostanza concreta dell’esistenza.

La Dorothy Circus Gallery di Roma è onorata di presentare questa mostra, che sarà visibile dal 21 novembre al 15 dicembre, preceduta da un vernissage privato giovedì 20 ottobre.