In the artwork Caveman, the protagonist — whose presence is revealed only through his hands and face — is captured in the midst of creation, painting a series of palettes that surround him and form an environment reminiscent of a primordial cave. His gaze, intense and focused, is lifted upward, absorbed in the creative moment. What at first appears to be a painted brush is, in truth, a real brush emerging from the canvas, bridging the world of the artwork with our own and unveiling the enchantment of the artistic process. The palettes, real as well, and the tactile richness of the paint upon them draw us into Levalet’s marvelous imaginative universe.

Nell’opera Caveman, il protagonista — di cui scorgiamo soltanto le mani e il volto — è colto nel pieno dell’atto creativo, intento a dipingere delle tavolozze che, disposte intorno a lui, costruiscono un ambiente che ricorda una caverna primordiale. Il suo sguardo, intenso e concentrato, è rivolto verso l’alto, immerso in quel momento di assoluta creazione. Ciò che a prima vista sembra un pennello dipinto è in realtà un vero pennello che fuoriesce dall’opera, collegando improvvisamente la scena alla nostra realtà e rivelando la magia del processo artistico. Le tavolozze, reali anch’esse, insieme alla matericità del color