MARION PECK: StraVolti: Dorothy Circus Rome | Solo Exhibition

21 Aprile - 28 Maggio 2018

"Si può capire veramente il processo creativo solo attraverso l'intera serie delle sue variazioni".
(Pablo Picasso)

Dorothy Circus Gallery è orgogliosa di presentare "StraVolti", una nuova ed esclusiva mostra personale di Marion Peck, una delle artiste più riconosciute e ricercate del pop surrealismo mondiale. Dopo oltre dieci anni, Marion Peck torna a Roma per esporre una serie di 11 originalissimi dipinti a olio su tela, profondamente ispirati alla tradizione artistica e culturale europea. In questa occasione, DCG presenterà anche l'opera The Actors, un capolavoro che celebra la cultura classica greco-romana, indagando sia gli aspetti simbolici che quelli psicologici della figura storica e metaforica dell'attore. Dopo il successo di Pages From Mind Travellers Diaries alla DCG di Londra, che comprendeva tre capolavori dell'opera di Marion Peck, l'artista, alla continua ricerca di nuove ispirazioni, apre nuove porte della sua mente con questa mostra unica, che segna una tappa inedita della sua carriera artistica.


Influenzata dall'arte di Picasso, dalla sperimentazione cubista e dall'interpretazione dei piani prospettici attraverso l'arte moderna, Marion Peck realizza una selezione di ritratti surreali in cui un'eccellente tecnica pittorica classica si unisce alla modernità.


Personaggi di età diverse, appartenenti a più epoche, sono rappresentati su uno sfondo neutro, senza alcuna indicazione della loro identità sociale e del loro passato. Infatti, i soggetti dipinti sembrano emergere dai quadri da uno spazio senza tempo, misterioso e affascinante.

Le figure risiedono al confine tra passato, presente e futuro in una filosofica negazione del tempo, che dissolve una concezione tipicamente hegeliana della storia come progresso per sostituirla con una concezione del tempo e della cultura non lineare.

Ogni ritratto è eseguito alla perfezione in maniera rinascimentale e l'abbigliamento degli stessi protagonisti fa diretto riferimento a epoche passate che, in qualche modo, rivivono nelle opere di Peck. Ma questi dipinti non sono relegati al passato; al contrario, sono profondamente legati a temi contemporanei rilevanti e a teorie psicologiche fondamentali. Come si evince dai riferimenti all'arte di Picasso e ai ritratti distorti di Francis Bacon, Marion Peck analizza sobriamente la psicologia dei suoi personaggi, inducendo così gli spettatori a fare altrettanto. L'approccio pittorico di Marion Peck è infatti fortemente psicologico. Gli strani volti di Peck si aprono su una dimensione priva di percezione, portando alla luce la fragilità e l'insicurezza che derivano da un'alterazione percettiva indotta. Tenendo delicatamente in mano il nostro subconscio, l'artista scompone e ricompone i suoi personaggi, distorcendone la bellezza per dare vita a una nuova lettura degli stessi volti.


Attraverso l'uso di una tecnica pittorica sublime che adorna le forme più strane e contorte, Peck riesce a mettere in risalto l'eleganza e la perfezione dei suoi volti esagerati, che impariamo a osservare da più punti di vista. Da questa strana bellezza emerge un altro "Io", liberato dalle paure dell'accettazione di sé, capace di autoironia in forte contrasto con l'etichetta di un sistema sociale che tende all'omologazione della personalità.


Su questa analisi, che tiene conto di una contemporaneità storica in cui regna l'apparenza fisica, si basa l'importante dichiarazione dell'artista sulla sfida alla bellezza.


Mentre viviamo quotidianamente l'inquietante fenomeno di mettere in mostra il nostro ritratto, seguendo i canoni della maschera che ci costringe a canoni estetici imposti, in un'esagerata tendenza all'abbellimento (chirurgico o virtuale), i ritratti di Marion Peck dimostrano come la stranezza e la particolarità possano manifestarsi tra le forme più pure di bellezza. In questo modo, Peck punta il dito per criticare un malessere collettivo notevolmente contemporaneo e la paura delle stranezze come pericolosa negazione dell'unicità.

"Sei perso nel mondo come me? Se i sistemi hanno fallito? Sei libero? " (Moby)