LE ETEREE FIGURE FEMMINILI DI KAZUKI TAKAMATSU. A ROMA E LONDRA

Artribune

[ITALIAN]

 

Sulle avvolgenti pareti rosse della sede romana della Dorothy Circus Gallery, in un contesto curatissimo e fortemente caratterizzato, si stagliano le figure femminili di Kazuki Takamatsu (Sendai, 1978): sono bianche e grigie, sfumate, leggere, trasparenti, galleggiano su fondi neri e saturi. Sono giovani donne rappresentate come impalpabili e inafferrabili; incapaci di esprimere le proprie emozioni, chiuse nel loro mondo cupo e ostile da cui devono difendersi magari indossando una maschera antigas. Risultano distanti e allo stesso tempo sensuali nei loro mini-abiti e nelle loro pose. Nei lavori dell’artista ricorrono poi elementi ispirati alla tradizione iconografica giapponese, come alcuni sfondi su cui fluttuano le ragazze, o come il crisantemo, fiore simbolico dell’Estremo Oriente.


Interessante il processo realizzativo, che mescola innovazione tecnologica e tradizione. L’artista parte dalla modellazione 3d delle figure femminili. Una volta scelta e fissata la posa desiderata di queste modelle virtuali, interviene con un software per il fotoritocco. Sul supporto stampato avviene infine l’ultimo passaggio, stavolta manuale, con il colore acrilico.