CABINET OF CURIOSITIES

Beyond Pink: The Long Journey of Femininity from the Eighteenth to the Twenty-first Century
Novembre 1, 2023
CABINET OF CURIOSITIES
Chiudi gli occhi e pensa al rosa. Che colore vedi?

I colori hanno un impatto significativo sulla nostra percezione e sul nostro stato d'animo. Ogni colore ha una propria vibrazione e può evocare emozioni e sensazioni diverse in ognuno di noi. 
Senza ombra di dubbio, il rosa è uno dei colori più amati, ma anche trai più ricchi e controversi. Esso non solo conta decine di sfumature, ma porta anche con sé significati profondi ed è legato a diverse idee e simbologie.

Ad oggi, è uno dei colori più in voga nella moda, nell’arte, nel costume, nel design e nell’architettura.

Per secoli esso è stato un colore “neutro”, asessuato, utilizzato tanto dagli uomini quanto dalle donne. 
Nel secolo scorso, invece, c’è stata  un’importante inversione di rotta che ha portato il rosa ad essere associato al genere femminile.
Ma dietro al rosa, c’è tutto un ricchissimo e variegato mondo da scoprire.
 
Lady in Pink by Frederick Carl Frieseke, 1902 & Portrait of a Young Woman, Vaïte (Jeanne) Goupil by Paul Gaugin, 1896
 
THE SYMBOLISM OF PINK
ll rosa è un colore secondario e viene considerato un colore caldo. È un colore extra-spettrale, ciò significa che non fa direttamente parte dello spettro elettromagnetico ma che risulta solo dalla combinazione di altri colori.
 
I suoi significati simbolici sono vari. Esso, infatti, simboleggia l’amore altruistico e la sensibilità dell’animo umano, ma anche la giovinezza e l’innocenza. 
 
 

Il rosa, infatti, nasce dall’aggiunta del colore bianco al colore rosso. Quest’ultimo colore viene mitigato  dalla purezza del colore bianco, venendosi a creare una totalità che ispira dolcezza, gentilezza, raffinatezza, e quiete.
Così come il rosso esprime l’idea di passione, il rosa trasmette affetto ed è sinonimo di affezione e amicizia.
Il colore rosa simboleggia, inoltre, femminilità, fascino, sensibilità, tenerezza e romanticismo. È un colore molto delicato che viene associato ai fiori, ai bambini e alle bambine.

 

 

Il rosa è anche sinonimo di amore universale per gli altri e per se stessi, ed è anche legato all’idea di buona salute. 
Infatti, la locuzione inglese “to be in the pink”, ossia “essere in rosa”, esprime proprio l’idea di essere in salute. Espressione che sembra risalire, però, non al colore, ma all’omonimo fiore, il garofano.
Nella lingua italiana , la frase “vedere tutto rosa” indica, invece, un atteggiamento ottimista alla vita, proprio come l’espressione francese “voir la vie en rose”.

Nella religione cattolica, inoltre, il rosa simboleggia la gioia e la felicità.

 

THE COLOR OF SERENITY

 

Come abbiamo già detto, il rosa è una tonalità che trasmette tranquillità, e sicurezza e che riesce a calmare e a infondere serenità.
Questo colore dalle grandi proprietà rilassanti riesce ad allontanare tutte le sensazioni di ansia e paura. Esso aiuta a combattere lo stress e la sensazione di solitudine, nonché a ridurre la rabbia e l’aggressività.

 

 

Negli anni sessanta e settanta del secolo scorso numerosi studi scientifici hanno dimostrato gli effetti rilassanti di una certa tonalità di rosa, in grado di abbassare in pochi minuti la tensione muscolare e il battito cardiaco.
In particolare, Le tonalità più scure del rosa possono accentuare le emozioni, mentre i rosa più chiari sono molto più tranquillizzanti.

 

Proprio in seguito a questa scoperta, si decise di utilizzare il rosa in alcune prigioni americane per indurre i detenuti a mantenere un comportamento tranquillo, evitando manifestazioni di violenza e ribellione. riscontrando un effettivo calo degli episodi di violenza. 

 

 

 

PINK IN ARCHITECTURE: COLOR AS LIGHT AND ACCEPTANCE

 

 Palazzo Brandolini Rota in Venice (left) & Benrath Palace in Düsseldorf (right)

 

In particolare, secondo uno studio di Alexander Schauss, condotto già negli anni ’60, una specifica tonalità di colore rosa (la Baker Miller Pink o Pink P-618) è stata individuata dalla psicologia comportamentale come capace di facilitare il rilascio di specifici ormoni da parte del nostro sistema endocrino, adatti a rallentare il ritmo del battito cardiaco e della respirazione.

 

Chiunque veda uno scorcio di architettura in cui predomina il colore rosa, si accorge immediatamente del senso di calma e serenità che giunge al suo sguardo.

 

Le pareti di colore rosa di un interno, o i muri di questa tonalità che sia affacciano in una qualsiasi strada possono essere un vero balsamo per i nostri occhi.
Il rosa, utilizzato nella pratica dell’architettura d’epoca, è un colore che troviamo spesso in antichi centri storici, ma anche nei borghi marinari.

Dove troviamo il rosa, ci muoviamo in luoghi di colore, che si prefiggono di infondere un’atmosfera di pace e armonia.

 

PINK AND SCIENCE

 

Nonostante il termine che indica il nome del colore entra nel dizionario relativamente tardi, solo alla fine del XVII secolo, secondo un gruppo di ricercatori australiani, il rosa sarebbe il colore biologico più antico del mondo. Sembra che questo colore risalga a più di un miliardo e cento milioni di anni fa.

 

Lo ha scoperto una giovane ricercatrice dell'Australian National University, Nur Gueneli, che, nel 2017, ha estratto il pigmento da un gruppo di rocce trovate da una compagnia petrolifera dieci anni prima, in Mauritania, nel bacino di Taoudeni, a Sud del Sahara.

 

Yuki The Young Yak by Mark Ryden, 2021
Limited Edition Lithograph with hand-crafted frame
(50.8 x 45.72 cm)

 

"Pink reveals an idea of ecstasy in frivolity."
Charles Baudelaire

 

Secondo Nur Gueneli, queste (nuove) tonalità di rosa brillante sono più vecchie di 500 milioni di anni rispetto ai pigmenti più antichi già conosciuti e sono il prodotto di antichi organismi oceanici.
Come ha spiegato a Business Insider: "I pigmenti rosa brillante sono i fossili molecolari della clorofilla prodotti da antichi organismi fotosintetici che abitavano un antico oceano - purtroppo da tempo scomparsi”
Il rosa serviva ai cianobatteri, organismi unicellulari dediti alla fotosintesi, ad attirare la luce e attraverso questa loro funzione sono risultati fondamentali per l'evoluzione umana.
Per scoprirli, i ricercatori hanno frantumato rocce vecchie di miliardi di anni riducendole in polvere, estraendo e analizzando ogni singola molecola ottenuta. Quando diluiti, questi antichi pigmenti appaiono rosa brillante, ma quando sono in forma concentrata possono variare dal rosso vivido al viola intenso.

[Fonti: Il rosa è il colore più antico del mondo (e racchiude il segreto della vita) lo dice la scienza di Claudia Santini, ELLE )
Il rosa? Da sempre senza limiti di Michele Venturini, MEER]

 

THE HISTORY OF PINK

 

Girl With A Kitten, (2007) & Girl Holding a Doll (30 x 40 cm) (2018) by Marion Peck

 

Da studi approfonditi sappiamo che i primi colori ad essere utilizzati dall'uomo erano legati alle terre naturali e dunque facevano parte della gamma dei marroni.
Il rosa arrivò come conseguenza della scoperta del rosso. Il rosso viene rintracciato nella storia già nell’800 a.C. Esso era prodotto dai cinesi che lo ricavavano dal cinabro, un composto del mercurio. Dalla sua diluizione, nacque il rosa.

 

Unfulfilled Dream (51 x 36 cm) & Suicide (30 x 30 cm) by Kazuhiro Hori, 2022

 

Alcuni studiosi inglesi sostengono che l’attitudine al colore rosa sia una predilezione naturale, risalente addirittura all’epoca in cui le donne si occupavano di raccolti. Donne che, nei secoli, hanno sviluppato una sempre più forte sensibilità nei confronti dei colori tendenti al rosso, ovvero quelli dei frutti maturi. Tuttavia l’associazione tra il rosa e la donna avviene solo in tempi recenti.

 

Hard-Boiled Wonderland (50 x 60 cm) & The Nonexistent Knight by Cheng Cheng Yi (40 x 60 cm), 2022

 

Il rosa in passato era un colore squisitamente maschile, meno forte del rosso. Era un colore adatto alla vita sociale. Ve ne sono molte testimonianze nell’arte.

Il rosa, anche nel Medioevo, era un colore indossato soprattutto dagli uomini.  Nei dipinti troviamo delle tuniche o dei drappi indossati dai Santi di colore rosa.

Poiché il rosa era considerato come una tonalità di rosso (colore forte e virile), esso era  associato ai maschi, mentre l’azzurro alle femmine, essendo una tinta più delicata.  Il blu era il colore utilizzato per il velo della Madonna e più usato per vestire le bambine.

 

The Collector by Andrew Hem (40.6 x 51 cm), 2021

 

Tra il Tredicesimo ed Quattordicesimo secolo, il rosa rappresentò il pigmento del corpo del Cristo e di questo si ha traccia nelle rappresentazioni del bambino Gesù, vestito di rosa nelle opere pittoriche di Cimabue e Duccio di Boninsegna.
All’inizio del 1400 i mercanti veneziani iniziano a importare dall’Asia un colorante noto come “legno rosso”. Così, per la prima volta, i tintori europei riuscirono a fissare sulla stoffa diverse sfumature di rosa. Da allora, le corti veneziane e poi quelle italiane fanno a gara per aggiudicarsi stoffe di questo colore. In breve tempo, la moda dilaga anche in Francia.

 

 

A selection of 18th century men portraits in pink suits

 

Con la scoperta dell’America, si scopre che in Brasile cresce un legno esotico, della stessa famiglia del “legno rosso”, ma più performante come pianta tintoria e più economico, a causa del lavoro a costo zero degli schiavi che lavoravano nelle piantagioni. E così, la moda del color rosa si espande sempre di più. Ciò, tra l’altro, avvenne in concomitanza con una fascinazione sempre più marcata da parte dell’aristocrazia europea per i colori delicati e i toni pastello. La parola “pink”, tra l’altro comparve per la prima volta proprio nel 1700, in un’epoca in cui non solo gli uomini già lo indossavano ma lo utilizzavano, in abbinamento al bianco, anche per gli interni delle proprie dimore.

 

Madame de Pompadour by François Boucher, 1756

 

Nel Settecento, quindi, il rosa fu molto in voga e veniva indossato tanto dagli uomini quanto dalle donne, che lo indossavano in varianti tenui e polverose come simbolo di lusso e classe

 

In particolare, una grande amante di queste tonalità fu la marchesa di Pompadour, la quale contribuì a rilanciarne la moda nell’Europa del 1700. Madame de Pompadour, una mecenate dell’arte e della scienza, nonché la favorita di Luigi XV, amava così tanto questo colore che, nel 1757, il produttore di porcellane francesi Sèvres chiamò in suo onore la sua nuova bellissima tonalità questo colore “rosa Pompadour”.

 

When the Heart is Young by John William Godward 1902

 

Il colore rosa fino al 1800 era quindi assolutamente adeguato per un uomo. È solo nei primi del ‘900 che troviamo i primi riferimenti all’attribuzione dei colori al sesso.
Fino agli albori del ‘900 il rosa continua ad essere presente nei guardaroba di tutti. Lo testimonia anche il celebre “pink suit” immaginato da Fitzgerald indosso al protagonista del suo celebre romanzo “Il grande Gatsby”.

 

Ma è proprio all’inizio degli Anni Trenta del 1900 che gli uomini iniziarono a vestire prevalentemente con abiti scuri che conferivano più serietà ed erano ritenuti più adatti a dei contesti professionali. Le donne, invece, iniziano a indossare toni chiari e delicati, che venivano accostati alla sfera famigliare e domestica. 
Anche l’abbigliamento dei bambini e delle bambine iniziò a venire differenziato in età sempre più giovane, in seguito alla crescente diffusione delle teorie di Sigmund Freud legate alla sessualità e alla distinzione di genere.
Fino alla Seconda guerra mondiale il rosa ed il blu erano ancora intercambiabili.  

 

Gli uomini eliminarono il rosa dopo le persecuzioni naziste. Infatti, a tutti coloro accusati di omosessualità, veniva cucito addosso un grande triangolo fucsia affinché fosse ben riconoscibile. Da quel momento il rosa venne associato all’effeminatezza o al genere femminile. Per questo motivo, il triangolo rosa è diventato oggi un simbolo del moderno movimento per i diritti degli omosessuali.

 

Zsa Zsa Gabor wearing a gown by Schiaparelli  in Mouline Rouge (1952) & the perfume Snuff by Schiaparelli

 

 “Il colore apparse di fronte a me, in un lampo. Acceso, impossibile, impudente, pieno di vita, affascinante, come se tutte le luci e gli uccelli e i pesci del mondo si fondessero insieme, un colore che parlava di Cina e Perù, lontano dall'Occidente. Un colore scioccante, puro e concentrato.”

Elsa Schiparelli

 

Contemporaneamente a questi eventi, la chimica riesce a creare un nuovo tono di rosa, ad oggi il più famoso: il “rosa shocking”. La stilista Schiaparelli farà di questo colore il suo cavallo di battaglia, facendo diventare il rosa definitivamente un simbolo della donna.

Negli anni Cinquanta, quindi, si consolida una precisa assegnazione dei colori. Da allora il rosa viene identificato come il colore femminile per eccellenza. Il rosa finì per essere identificato con le donne e divenne onnipresente, non solo nell’abbigliamento, ma anche nei beni di consumo.
Alla fine degli anni 50, veniva lanciata sul mercato la famosa bambola di Barbie, che negli anni ha poi consolidato la moda del rosa associata al genere femminile.
Attualmente, il rosa  è un colore molto radicato, nel nostro immaginario, al mondo femminile, ed ha guadagnato un potere comunicativo innegabilmente forte.

 

Rosie's Tea Party (2005) & Pink Pop Barbie (2022) by Mark Ryden

 

PINK IN ART HISTORY 

 

Il rosa appare già a partire dal XIII secolo, anche se in modo contenuto, nelle opere a tempera dei grandi maestri medievali, come Duccio e Cimabue, che utilizzano una tonalità di rosa chiara per i panneggi che avvolgono il corpo di Gesù Bambino, in accordo con la simbologia cromatica che vede il rosa associato al corpo di Cristo. 

 

Nel Medioevo, infatti, non era un colore molto usato, ma a volte compariva nell'arte religiosa e nella moda femminile.
Il colore, poi,  conquista una vera posizione nella palette degli artisti solo nel corso del Rinascimento, quando diventa argomento della trattatistica d’arte e quando viene utilizzato in modo sempre più sistematico per dipingere l’incarnato delle mani e dei volti. 

 

Il pigmento rosa utilizzato all'epoca si chiamava cinabrese chiaro, una miscela di un pigmento bianco o bianco calce e di una terra rossa chiamata sinopia. Il cinabrese chiaro era molto popolare ed era il preferito di molti famosi artisti rinascimentali come Cennino Cennini e Raffaello che lo incorporavano nei loro dipinti.

 

 

Selection of 18th century pink gowns

 

“La cultura mondana e il culto della bellezza trasformano la pompa solenne del Barocco nella leggerezza del Rococò ; nell’arte trova spazio un fiabesco disordine, trionfa la linea curva e l’asimmetria, predominano le forme affusolate e le sfumature delicate. La decorazione continua, stratificata, ma non influisce più sulla struttura, anzi diventa una semplice descrizione calligrafica.”
Fabrizio Casu (Il lungo viaggio di una chemise)

 

Tra Seicento e Settecento, nel corso dell’evoluzione della poetica Barocca nel Roccocò, la tonalità vede progressivamente accrescere la sua importanza e diffusione. 

 

L’età d’oro del colore rosa fu infatti il Periodo Rococò (1700-1774), quando i colori pastello divennero molto alla moda in tutte le corti d’Europa. 
Infatti, nel 1700 anche nell’arte figurativa il rosa diventa il nuovo colore di di tendenza. Viene infatti soprattutto apprezzata la tonalità di rosa introdotta dal pittore veneziano Giambattista Tiepolo, che si ritrova in moltissime sue opere.

 

Citando Fabrizio Casu, autore del libro "Il lungo viaggio di una chemise""Nella pittura si affermano le immagini aeree, soffici e voluttuose di Boucher e più tardi Honore Fragonard inaugura, attraverso le scene di genere, un gusto coquette improntato alla gaiezza, allo svago e alla schermaglia amorosa."

 

The Swing by Jean Honoré Fragonard, 1767

 

Emblematiche e di estrema bellezza sono proprio le opere di Jean Honoré Fragonard (1732-1806), le quali sono fortemente contraddistinte da tonalità rosacee, non solo negli abiti femminili, ma anche negli splendidi paesaggi.
Il rosa, inoltre, fu usato come colore legato all’idea di seduzione nei ritratti di Lady Hamilton ed Emma realizzati da George Romney

 

Questo significato, tuttavia, cambiò verso la fine del 1700, con il famoso ritratto di Sarah Moulton realizzato da Thomas Lawrence. In quest’opera, infatti, il colore rosa simboleggiava l'innocenza infantile e la tenerezza. Da allora il rosa divenne associato all’idea di femminilità, purezza e innocenza.

 

Dancers in Pink by Edgar Degas, 1867

 

Nell’Ottocento, con i movimenti impressionisti e post-impressionisti, uniti all’influenza orientale, avviene la consacrazione del rosa come colore-cardine delle composizioni, basate sulla combinazione di colori qui il verde, il rosa e il blu . Uno splendido esempio sono le ballerine di Edgar Degas, opera del 1867 che presenta ‘l’istantanea’ di diverse ballerine avvolte in abiti da ballo rosa pastello.

 

Rheumatic Pain by Remedios Varo, 1948 & The Curious by Leonor Fini, 1936

 

Nel XX secolo ci fu una certa incostanza per quanto riguarda l’utilizzo del colore rosa nell’arte. Nell’ambito delle avanguardie storiche, come il Surrealismo, il Dadaismo e l’Espressionismo, dominato da forti personalità maschili, non ci fu molto spazio per tinte delicate e ormai percepite come femminili come il rosa, anche se possiamo trovare delle opere di incredibile bellezza e suggestione in cui il rosa domina o è presente, tra cui “Rheumatic Pain” di Remedios Varo e “The Curious” di Leonor Fini, due tra le più importanti artiste donne surrealiste del novecento.
Inoltre, c’è l’eccezione del periodo rosa di Picasso, risalente ai primi anni del secolo, durante i quali l’artista realizzò opere dai toni caldi, espressione di un periodo gioiso della sua vita. 

 

Natura Morta by Giorgio Morandi 1929 & Pink Peonies by Camille Pissarro, 1873

 

Il rosa recupera poi una posizione di preminenza con l’avvento della Pop Art, basata sul recupero dell’iconografia della società di consumo elevata a linguaggio artistico.
Il panorama contemporaneo si muove nella direzione di un uso sempre più emancipato del colore rosa, che compare infatti, con e senza valenze simboliche, nelle produzioni di diversi artisti, sia astratte che figurative.

 

Blessed Fragment by Ray Caesar, 2019
One of a Kind Digital Ultrachrome & Acrylic on Wood Panel (20 x 20 cm)

 

A FOCUS ON THE EIGHTEENTH CENTURY: FEMMINITY AND THE POWER OF WOMEN

 

Fra molti il settecento viene a ragione definito il secolo della femminilità poiché, ben lungi dal raggiungere uno stato di effettiva uguaglianza, essa comincia un percorso di affrancamento dell’autorità maschile che porterà in prospettiva allettante lotte per i diritti civili del X secolo.
Occupando ‘in punta di piedi’ quello spazio lasciato vuoto o incustodito dalla virilità (nell'istruzione, nella cultura, nella partecipazione politica, nel privato) le donne gettano infatti le premesse per rivendicare poi a gran voce un ruolo sempre più importante nella vita pubblica.

La società dei Lumi crede nel l’importanza di riformare l’istruzione femminile a partire prima di tutto dalla scelta dei luoghi deputati a questo compito: si critica l'inadeguatezza del convento e si caldeggia l’educazione domestica “à la Rousseau”.
Tuttavia poiché questo tipo di educazione non può essere ricevuta che in ambienti privilegiati, si propone come alternativa un sistema di istruzione pubblica basato sugli istituti laici, e nel 1709 a Londra la femminista Mary Astell fonda una scuola per bambine indigenti.

 

Portrait of Georgiana, Duchess of Devonshire by Thomas Gainsborough, 1787

 

Ma ci sono altri importanti esempi di donne che hanno saputo emergere per la loro intelligenza e avanguardia.
Il giornale “Epistles for ladies” (1749-1750) incoraggia le ragazze all’uso del microscopio e alla scoperta dei microorganismi. 
La bolognese Laura Bassi (1711-1778) è la prima donna a conseguire un dottorato in fisica; la duchessa Georgiana di Devonshire (1757-1806) raccoglie nella sua residenza di Chatsworth una collezione di fossili e minerali a livello Museale; la marchesa Emile du Chatelet (1706-1749), compagna di Voltaire, traduce in francese i principia matematica di Newton….

Persino nei beni di lusso la femminilità riesce a conquistare una sua autonomia. Coniugando fantasia e progettualità le donne anticipano le figure novecentesche legate al fashion design, hair stile, image consultant…

 

 Marie Antoinette by Madame Vigée Le Brun, 1783

 

Per quanto paradossale possa sembrare, anche Maria Antonietta in questo contesto incarna il cambiamento femminile in atto: fra Rivoluzione dei contenuti avviata dall'illuminismo e Rivoluzione dei fatti scoppiata nel 1789, ella porta avanti inconsapevolmente una Rivoluzione dei modi, con i quali difende a spada tratta il valore dell’auto determinazione a partire dalle scelte che a noi sembrano più banali: cosa indossare, chi amare, dove vivere, come educare i propri figli, quali persone frequentare e quali evitare, quando concedersi all’altro, e quando ritirarsi nella propria intimità. 
Facendo da spartiacque tra tradizione e modernità, protocollo e spontaneità, vita pubblica e vita privata, la regina di Francia diventa la prima terrorista del suo regno, poiché è lei stessa ad infrangere quel sistema di coesione sociale basato sulla forma, che le garantisce autorità e sicurezza personale.
Incauta, vivace ed istintiva, lei in realtà non sospetta che questa ribellione comportamentale, frutto di un insofferenza generazionale alle regole, le sfuggirà di mano e andrà ben oltre i confini che si è autoimposta, diventando mero accessorio di un’evoluzione ben più radicale. 
[Fonte:Il lungo viaggio di una chemise di Fabrizio Casu]

 

John Smart - portrait miniatures 1760 ca. Portraits of Ladies with hair worn curled and pink powdered and decorated with silk ribbon and pearls.

 

Il panorama della moda europea: durante l’apice della popolarità delle parrucche, alcuni portatori hanno scelto di incipriare le loro acconciature di rosa, un cambiamento drastico rispetto al solito argento o grigio. Si trattava di un sorprendente allontanamento dalle convenzioni e per cui chi lo indossava si distingueva come un faro di generosità e stravaganza.


Torna indietro nel tempo ed esplora l'affascinante mondo della moda dei capelli del XVIII secolo, con questi ritratti. Nel video di seguito approfondiamo le acconciature elaborate e stravaganti che hanno definito un'epoca. Questi pouf incipriati non erano solo una dichiarazione di moda ma un simbolo di status sociale e identità.

 

PINK ME UP: THE PRAISE OF PINK

 

Per la seconda partecipazione ad Art Taipei della Dorothy Circus Gallery, verrà presentata "Pink Me Up", una mostra collettiva che celebra l'arte come un linguaggio universale, capace di trascendere il tempo e lo spazio offrendo guarigione, ispirazione e gioia sconfinata. Incentrata sul potere trasformativo del colore rosa, questa mostra presenta otto artisti eccezionali, ognuno con le proprie prospettive uniche.
Gli artisti che verranno presentati sono: Joe Sorren, Fatima Ronquillo, Afarin Sajedi, Kazuki Takamatsu, Paolo Pedroni, Alex Face, Hanna Lee Joshi e Peca.

 

The Critic (60 x 76 cm) & Mother and Child (60 x 90 cm) by Joe Sorren, 2023

 

Questo progetto espositivo esplora l'affascinante mondo della psicologia del colore, concentrandosi sull'influenza del rosa sul nostro stato d'animo e sulle nostre emozioni. L'obiettivo è analizzare come il colore rosa possa evocare sentimenti legati all'amore, alla gentilezza, al calore e alla creatività.

 

A Scare-Up at the Sun Within by Joe Sorren (156 x 170 cm), 2023

 

Joe Sorren, pop surrealista americano con uno stile impressionista unico, presenterà opere suggestive che catturano la bellezza straordinaria e maestosa del mondo naturale. Attraverso tocchi delicati di tonalità rosa, i dipinti di Sorren rivelano riflessi nascosti, trasportandoci in paesaggi sereni che emanano gioia e tranquillità. Queste opere ci ricordano il potere curativo e trasformativo della natura sulla nostra psiche, invitandoci a immergerci nella sua bellezza e a trovare ispirazione nella sua maestosità.

 

 Floating (100 x 150 cm) & Pink Fever (100 x 150 cm), 2023 by Paolo Pedroni

 

Paolo Pedroni, surrealista magico italiano, presenta opere che mescolano abilmente i confini tra realtà e sogno. Attraverso tonalità rosa intrise di simbolismo e mistero, i suoi dipinti ci invitano a esplorare sentimenti profondi legati all'amicizia e all'amore. Questo potente colore funge da lente d'ingrandimento, amplificando e portando alla luce le complesse emozioni legate a queste relazioni.
In particolare, l'artista presenta opere in cui il senso di horror vacui emerge con grande impeto. Tutte le tre opere da lui realizzate per questa mostra, infatti, sono ricchissime di dettagli intricati e di vivaci tonalità rosa. 

 

Baby Kusama (60 x 60 cm) by Paolo Pedroni, 2023

 

Una delle sue opere, "Baby Kusama" non è solo un tributo a un'artista straordinaria, ma anche una testimonianza del potere trascendente dell'arte stessa.

 

 Dots Obsession- Love Transformed into Dots by Yayoi Kusama, 2007

 

Comporranno questa mostra dedicata al rosa anche gli incantevoli bouquets floreali dell'artista tailandese Alex Face. Le sue opere sono ispirate alle "Vanitas" del XVII secolo e sono allo stesso tempo impregnate del simbolismo contemporaneo della transitorietà della vita. Questi capolavori, che traggono ispirazione dalle varie tonalità dei fiori, ci conducono in un viaggio emotivoattraverso il linguaggio segreto della natura. Le opere di Alex Face illuminano segreti e ricordi con un potere evocativo e catartico, invitandoci a riflettere sulla bellezza effimera della vita e sulla sua connessione eterna con la natura circostante.

 

Tulip Mania No. 1 (90 x 70 cm) & Tulip Mania No. 2 (85 x 65 cm) by Alex Face, 2023

 

Le tonalità rosa le ritroviamo anche nelle sfumature cangianti delle opere dell'artista giapponese Kazuki Takamatsu. L'arte di Takamatsu, ricca non solo dal punto di vista tecnico, ma anche simbolico, ci invita a confrontarci con la complessità della relazione tra l'essere umano e la tecnologia, stimolando la nostra mente e ispirandoci a considerare il nostro impatto nel mondo moderno. Le sue visioni spettrali e assolutamente affascinanti sono come sussurri nel vento, che errano cariche di emozioni e sentimenti.

 

Avid by Kazuki Takamatsu (53 x 45.5cm) & Light will catch you by Hanna Lee Joshi (57.15 x 76.2 cm), 2023

 

“Part of the inspiration for this piece came from an inner seeking of stillness. A desire to just be and take up space. Like a deep sigh that releases all inherent tensions within and without. I wanted to create something embodying this state of being.”
Hanna Lee Joshi

 

Hanna Lee Joshi ci accoglie nel suo affascinante universo, dove forme audaci e colori vivaci, tra cui sfumature di rosa, si fondono per creare un linguaggio visivo unico. Attraverso i suoi dipinti stravaganti e trascendenti, Joshi ci ricorda il potere dell'arte nel donarci gioia e felicità, catturando l'essenza della natura trasformativa del rosa nella nostra vita. 

 

The Wedding Cake (100 x 80 cm) & Strawberry Feeling by Peca (55 x 46 cm), 2023 

 

“I aim to explore of the synchronicities that bind kindred spirits. In every stroke, I unveil the invisible threads that weave through the tapestry of souls, connecting beings with a shared essence. It's a testament to the profound unity that exists within the universe.
Peca

 

Peca, pittrice surrealista argentina, ci invita a fuggire in un mondo fantastico, dominato dall'immaginazione. Con giocosità e visionarietà, trae ispirazione dalla natura e in particolare dagli uccelli, creando un'arte che abbraccia la tavolozza dei colori rosa.  Con i suoi dipinti incantevoli, Peca ci invita a esplorare il confine tra realtà e fantasia, incoraggiandoci a sognare e a riscoprire il senso di meraviglia nel nostro quotidiano.

 

Bon Appetit (90 x 90 cm) by Afarin Sajedi & Pink Flag by Fatima Ronquillo (91.44 x 76 cm), 2023

 

“Pink Flag is a celebration of hope and resilience.Throughout, there is a sense of light and dark, of paradise lost and found.”
Fatima Ronquillo

 

La pittrice filippino-americana Fatima Ronquillo ci trasporta in un regno intriso della magica essenza della storia dell'arte. Le sue opere, ricche di dettagli floreali e bucolici, ci presentano figure eteree e creature incantevoli che risvegliano meraviglia dentro di noi. Questi dipinti evocano un mondo in cui il tempo e lo spazio sono intangibili, invitandoci ad esplorare nuove dimensioni dell'esistenza. 

 

Bon Appétit Madame by Afarin Sajedi (90 x 90 cm), 2023

 

“Io adoro davvero molto i visi. Adoro i dettagli e disegnare i dettagli del viso. Specialmente gli occhi, io mi concentro molto su quelli perché credo che essi rappresentino davvero i pensieri delle persone, senza possibilità di mentire. Gli occhi sono lo specchio dell’anima.”
Afarin Sajedi

 

 Infine, ma non da ultima, Afarin Sajedipittrice iraniana audace, focalizza la sua arte sulla femminilità e sull'empowerment femminile nella società contemporanea. Nella sua nuova opera, esplora il concetto del "Pink", infondendo nei suoi personaggi un mix di intensità e ironia. Sajedi trae ispirazione da diverse culture, incluse le opere dei maestri del Rinascimento, i toni del rococò, le trame shakespeariane e i romanzi di Cervantes e Calvino.  Le opere di Sajedi non solo incanalano un potente messaggio di emancipazione, ma stimolano anche il dialogo e la riflessione su tematiche sensibili riguardanti il ruolo delle donne nella società. Il suo lavoro si presenta come un'opportunità di esplorare e comprendere meglio le sfumature complesse e multiformi della femminilità contemporanea.

 

Bloody Mary by Afarin Sajedi (100 x 81 cm), 2023

 

Con questo excursus sul colore rosa, e soprattutto con la mostra "Pink Me Up" desideriamo celebriamo il potere profondo e magico dell'arte, gioendo nella sua capacità di sollevare i nostri spiriti e accendere le nostre immaginazioni. Questa esposizione straordinaria ci invita a esplorare le molteplici sfaccettature del colore rosa attraverso gli occhi di artisti visionari provenienti da culture diverse. Ogni opera racconta una storia unica, incanalando emozioni e idee che ci sfidano a riflettere sul mondo che ci circonda e a scoprire nuovi orizzonti creativi. In questo spazio dedicato all'arte, ci immergiamo nella bellezza e nell'ispirazione, riconoscendo il potere della creatività nel nutrire la nostra anima e nel connetterci con l'essenza più profonda della nostra umanità.

 

 

 

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