CABINET OF CURIOSITIES

Big Wide Googly Eyes: From Ancient Egypt to Contemporary Art
Ottobre 27, 2023
CABINET OF CURIOSITIES

 

Sin dall’antichità, gli occhi sono sempre stati per l’uomo l’elemento fisico più affascinante, particolare ed evocativo.
Gli occhi hanno ispirato scrittori ed artisti di tutti i tempi, li ritroviamo nelle più antiche religioni e culture, con caratteristiche differenti, ma sempre al centro dell’interesse e dello studio dell’uomo.
Gli occhi sono legati non solo all’idea della vista, ma anche della vista oltre la realtà sensibile, della visione del futuro, di una realtà altra. In alcune tradizioni religiose ed esoteriche troviamo il terzo occhio, chiamato anche “occhio interiore”, un organo che permette di percepire realtà invisibili all’occhio umano. 

 

Gli occhi sono e sono stati soprattutto in passato anche simbolo porta fortuna: li ritroviamo in Egitto ma anche in Grecia, Turchia, dove troviamo il Nazar, l’occhio di Allah, un amuleto blu che protegge contro il malocchio, derivato da un’antica leggenda Turca, e persino in Italia, dove troviamo gli occhi di Santa Lucia, dei coperchi calcarei detti opercoli, che chiudono la conchiglia a forma di spirale del mollusco Astraea rugosa. Questi “occhi”, con i quali vengono fatti alcuni gioielli, sembrano avere il potere di scacciare il malocchio e proteggere chi li indossa.

 

 

MC Escher (1898-1972), 'Eye', 1946, mezzotint, signed in pencil, inscribed 'eigen druk' and numbered 'No. 5 ', on Van Gelder Zonen laid paper. Photo © Sotheby's (Left)
René Magritte, Le Faux Miroir, 1950 (Right)

 

Grande importanza ebbe la rappresentazione dell’occhio nell’antico Egitto. Esso è stato prima di tutto un simbolo di protezione, chiamato Eye Oudjat o Occhio di Hori. Esso è simbolo non solo della visione, ma anche della fertilità e delle fasi lunari.
Gli egittologi ritengono che esso sia un occhio ibrido tra quello di un essere umano e quello di un falco. Ma non solo, esso è anche legato alla matematica
Questo amuleto era indossato per il proprio effetto apotropaico da uomini, divinità o animali sacri.

 

Monna Lisa (La Gioconda) by Leonardo da Vinci 

 

Nei secoli, poi, la rappresentazione degli occhi si è chiaramente modificata. Se nel Medioevo troviamo gli occhi quasi stilizzati, nel Rinascimento cominciano ad emergere nelle opere d’arte occhi espressivi, dallo sguardo vivo.

Leonardo da Vinci li descrisse : "L’occhio, dal quale la bellezza dell’universo è specchiata dai contemplanti, e di tanta eccellenza, che chi consente alla sua perdita, si priva della rappresentazione di tutte le opere della natura, per la veduta delle quali l’anima sta contenta nelle umane carceri, mediante gli occhi, per i quali essa anima si rappresenta tutte le varie cose di natura”.

Ne abbiamo chiara immagine nella Gioconda, opera in cui gli occhi della misteriosa donna rappresentata sembrano seguire il nostro sguardo, creando un contatto molto profondo tra opera e spettatore.

L’occhio, come espresse da Vinci, è anche espressione dell’anima, specchio dell’anima, ed essi sono spesso stati anche legato all’idea dell’amore.

Tramite gli occhi possiamo ammirare il\la nostra amata\o. Spesso sono gli occhi di una persona che ci rapiscono e ci fanno cadere in amore. 

 

Hand with Hummingbirds and Orchids  © by Fatima Ronquillo

 

Anche Shakespeare, nel sonetto XXIV connette l’idea dell’amore per la propria amata alla vista di lei e ai loro occhi, che tracciano le loro forme e le forme del proprio amore. 

“Il mio occhio si è fatto pittore e ha tracciato
la forma della tua bellezza sulla tavola del mio cuore.
[…]

Ora vedi che bei servigi gli occhi hanno reso agli occhi:

i miei hanno ritratto la tua figura, e i tuoi per me
sono finestre sul mio petto, attraverso cui il sole
si diletta a sbirciare, per ammirare, là dentro, te. […]"


William Shakespeare, Sonetto XXIV 

 
DID YOU KNOW THAT THE BIG EYES MOVEMENT TRACE BACK TO XVIII CENTURY?
From Georgian Lover's Eye to Big eyes Portrait
 
Una meravigliosa connessione tra occhi ed amore, viene a crearsi nel XVIII secolo, quando viene creato per la prima volta un Lover’s Eye.
In quell'incantevole era, emerse infatti un'affascinante tradizione, che ha catturato l'essenza dell'affetto sentimentale nel modo più intimo e segreto.  
Divenne consuetudine, per le persone, nascondere sotto i propri vestiti il primo piano dell’occhio del\della proprio\a amante o un ritratto in miniatura dei propri cari.
Tuttavia, il fascino di questa pratica va ben oltre la sua mera esistenza.
Approfondendo questa romantica usanza, viene alla luce un dettaglio affascinante: le tecniche meticolose usate per la loro realizzazione da parte degli abilissimi pittori dell'epoca. Questi maestri possedevano una notevole capacità di amplificare le emozioni e aumentare il valore sentimentale di questi ritratti in miniatura. Il loro approccio ingegnoso risiedeva nella rappresentazione degli occhi, che rendevano significativamente più grandi delle loro dimensioni reali, conferendo a queste raffigurazioni un innegabile magnetismo.
 
Portrait of a Woman's Right Eye. Courtesy of the Philadelphia Museum of Art. (Left)
Memorandum Case with a Portrait of a Women's Left Eye. Courtesy of the Philadelphia Museum of Art. (Right)
 
La scelta deliberata di ingrandire gli occhi in queste opere d'arte non era una mera preferenza estetica, ma piuttosto una tecnica deliberata volta ad aumentare l'impatto emotivo di questi ritratti. Ingrandendo gli occhi, i pittori esaltavano la profondità e l'intensità degli sguardi, permettendo allo spettatore di scrutare nell'anima stessa del soggetto. Con ogni colpo di pennello, erano in grado di catturare l'essenza stessa dell'amore, del desiderio e della connessione, elevando il valore sentimentale di questi tesori nascosti.
In quell’epoca, vennero prodotti moltissimi di questi oggetti, intimi e preziosi. Venivano regalati ai propri cari, oppure, talvolta, fatti in memoria di un defunto.
In genere venivano inseriti in spille o gioielli come ciondoli o anelli, di modo da poterli sempre portare con sé.
Questi piccoli oggetti sono carichi di bellezza, ma anche di mistero. Sovente, infatti, non solo il soggetto il cui occhio è stato raffigurato, ma anche l’artista che lo ha realizzato, sono sconosciuti.
Essi hanno avuto un’ampia diffusione in Inghilterra, ma per meno di mezzo secolo, ed oggi fanno parte di grandi collezioni museali, tra cui il Victoria and Albert Museum di Londra
La loro popolarità è dovuta al fatto che all’epoca ancora non esisteva la fotografia, e le persone desideravano non solo scambiarsi immagini di sé, ma anche parti di sé
 
Samuel Shelley portrait of anonimous sitter ca 1785 (Left)
Andrew Plimer portrait f Selina Plimer ca. 1790 (Right)
 

I Lover’s Eye, rappresentando solo gli occhi, focalizzavano l’attenzione sullo sguardo, elemento fondamentale in un’epoca in cui le regole sociali limitavano l'interazione pubblica tra le persone di sesso opposto. 

Gli sguardi potevano quindi essere scambiati più facilmente delle parole.

Sguardi diversi veicolavano messaggi ed emozioni diversi, dall’amore, alla lussuria, alla devozione, alla malinconia. Ogni occhio dell’amante era quindi a sé, ed era, all’epoca, importante solo per il suo proprietario, in quanto conosceva la persona il cui sguardo era raffigurato.

Per questo, e poi con l’avvento della fotografia, già verso il 1830, questi preziosi oggetti smisero di essere prodotti, svanendo dietro alla forza della fotografia, che poteva restituire una “reale” immagine del soggetto amato.

I Lover’s eye, tuttavia, suscitano ancora oggi su di noi e su alcuni grandi artisti un profondo fascino.Tra di essi troviamo due artiste da noi molto amate, diverse tra loro, ma a tratti vicine: Fatima Ronquillo e Alessandra Montesi.

 

 Portrait of a Right Eye (mounted as a ring). Courtesy of the Philadelphia Museum of Art (Left)
Eye Miniature, early 19th century. © Victoria and Albert Museum, London. (Right)
 
LOVER'S EYE IN CONTEMPORARY ART:FROM FATIMA RONQUILLO TO ALESSANDRA MONTESI
 
Hand with Elizabeth Barrett Browning’s “Sonnets from the Portuguese No.44”, 6×8 inches, oil on aluminum panel, ©2021 Fatima Ronquillo
 
Fatima Ronquillo, artista filippino-americana, in molte sue opere, sempre poetiche e profonde, mette al centro la rappresentazione dei Lover’s Eye. Vediamo grandi mani inanellate o che tengono gioielli con l’occhio dell’amante, sempre minuziosamente lavorati ed evocativi. Troviamo spesso nastri, cartigli, perle, fiori, occhi sempre diversi, sguardi profondi o persi in altri mondi. 
Le sue opere riescono sempre a trasportarci in un mondo quasi onirico, e soprattutto dalle atmosfere che ricordano un passato che non abbiamo conosciuto, in cui le emozioni sono al centro. 
La loro profondità risiede anche nei loro contenuti, che spesso fanno riferimento a  soggetti mitici, religiosi e letterari.
 
L’artista stessa, spiega, in riferimento alla rappresentazione dei lover’s eye nelle sue opere: “The surreal aspect of an isolated lover’s eye attracts me tremendously—the idea of physical dismemberment which is symbolic of a removal or estrangement of a loved one. For anyone who has ever been in love or had a crush on someone, the photograph of the beloved is treasured. ”
 
Lover Eye's by Alessandra Montesi, made with oil on canvas antique and gold leaf
 
Ma il fascino degli occhi dell’amante si ritrova anche nelle delicatissime opere di Alessandra Montesi, un’artista italiana che realizza le proprie opere su tele antiche, non nate per essere dipinte, e che poi tratta con un lungo processo al fine di poterci dipingere ad olio e foglia d’oro.
Tra le sue opere troviamo dei cuori sacri con al proprio centro e in diverse parti del dipinto uno o più occhi, sempre diversi tra loro, con sguardi penetranti o rivolti verso l’alto, quasi in estasi.
Montesi, infatti, si lascia ispirare non solo dagli occhi di persone conosciute, ma anche da opere antiche, e per questo, nelle sue tele possiamo ritrovare anche gli occhi di alcuni santi.

L’Artista, inoltre, trae ispirazione dall’opera di grandi poeti per i suoi lavori. Uno dei poeti che più l’hanno ispirata è John Keats, grandissimo poeta romantico inglese a cui si sente particolarmente legata. 
Alcune delle opere realizzate da Montesi, e ispirate alla poesia di Keats, sono dei gioielli da indossare proprio come si faceva nell’Inghilterra vittoriana. Ogni sua opera è il risultato di un'approfondita ricerca culturale e di un'esplorazione delle percezioni visive ricche di emozione e introspezione.

Dall’antichità fino ad oggi, quindi, gli occhi sono stati veicolo di profondi e svariati significati, e, così come hanno ispirato scrittori ed artisti in passato, continuano a farlo sino ad oggi. Il loro fascino non smette di ammaliare e di affascinarci per i diversi messaggi che possono trasmettere, e per i mondi che riescono a farci evocare.
 
WHO ARE THE CON TEMPORARY ARTISTS THAT HAVE MADE THE EYE THEIR DISTINCTIVE SIGNATURE?
 
Boy and Poodle by Margaret Keane
 
L'occhio è un elemento fondamentale, e forse il più centrale nelle opere dell'atelier Fornasetti. Dagli elementi d'arredo, alle ceramiche, alle candele, gli oggetti di Fornasetti, tra il fantastico e il surreale, hanno un linguaggio figurativo unico, eccentrico ed intramontabile, e gli occhi, in particolare, sono ad oggi, senza ombra di dubbio, un'icona.  

E ritroviamo gli occhi come elemento cardine anche nelle opere della bellezza intramontabile di  Margaret Keane.
Margaret Keane
 ha iniziato a creare i suoi caratteristici personaggi dagli occhi grandi già nel 1950. Questo stile artistico distintivo sarebbe poi diventato il suo marchio caratteristico e un elemento determinante della sua carriera di successo.
L'artista è soprattutto conosciuta per la rappresentazione di bambini e altri soggetti dagli occhi molto grandi ed fortemente espressivi. L'artista, con questo tipo di rappresentazioni ha scoperto di poter trasmettere un profondo senso di emozione, e di catturare l'innocenza e la vulnerabilità dei suoi personaggi.
 
Margaret Kean and Walter Kean with a selectionof  paintings in 1956
 
If you’d asked Margaret back then about her inspiration – which you never would have, of course – she would have shrugged and said she didn’t know. The paintings just flowed out of her. But now, she says, she thinks she understands: “Those sad children were really my own deep feelings that I couldn’t express in any other way. Their eyes were searching. Asking why. Why is there so much sadness? Why do we have to get sick and die? Why do people shoot each other?”
“Why is my husband so crazy?” I suggest. “Why did I get into this mess?” Margaret nods.
 

Colin Christian and Sas Christian
Sas and Colin Christian have been creating their big-eyed works since the early 2000s

 
Sas Christian, insieme a suo marito Colin, è riconosciuta come una delle prime promotrici del Pop Surrealismo, un movimento artistico contemporaneo che mette insieme elementi della Pop Art e del Surrealismo. Il loro viaggio nel mondo dell'arte è iniziato nei primi anni 2000 quando hanno introdotto nel mondo dell'arte i loro caratteristici grandi occhi, che sarebbero diventati centrali nel loro lavoro.
 
Tania Marmolejo, Encuentro Entre Los Naranjos (Encounter in the Organge Grove), 2023
 
Tania Marmolejo, artista emergente nel panorama dell'arte contemporanea, ha recentemente attirato l'attenzione per le sue accattivanti opere d'arte che traggono ispirazione dal motivo dei Big Eyes. Sulla base dell'eredità di artisti come Margaret Keane e dei pionieri del surrealismo pop, Marmolejo ha sviluppato il suo stile artistico unico, che esplora il potenziale espressivo dei grandi occhi.
 
Pink Yak (#135) by Mark Ryden, 2018, Oil on panel and hand-carved wood frame (Right)
Salvator Mundi (#137) by Mark Ryden, 2018, oil on panel and hand-carved wood frame (Left)
 
Mark Ryden, uno dei primi esponenti del Surrealismo Pop, ha continuamente approfondito il simbolismo dell'occhio, esplorando i suoi molteplici significati e incorporandolo in vari modi nel suo lavoro. Dai suoi primi lavori alle sue creazioni più recenti, Ryden ha utilizzato l'occhio come un potente simbolo che trasmette un profondo significato emotivo.
 
"The Apology" by Mark Ryden, Oil on board
"The Snow Yak" by Mark Ryden, Oil on board
 
The Tree Show: Wood Nymphs, 2007
 
 Yuki The Young Yak, Limited Edition Print
Limited Edition Lithograph with hand-crafted frame
50.8 x 45.72 cm, Edition of 500
 

Right Direction by Javier Calleja, 2019, Acrylic on canvas (Right)
Turtle Go by Javier Calleja, Lithograph print on acid free paper (Left)

 

Jeff Soto è uno street  artist molto acclamato il cui segno distintivo delle sue opere è l'uso dei Googly eyes. Allo stesso modo, gli occhi fortemente distintivi nelle opere di di Javier Calleja lo hanno reso uno degli artisti più ambiti sul panorama internazionale.
 
 
Diren Lee, invece, sulle orme del famoso artista Yoshitomo Nara e ispirato anche dall'affascinante mondo degli anime, ha creato uno stile artistico peculiare, caratterizzato dall'uso marcato di grandi googly eyes.
 
THE EYE AS THE MIRROR OF THE SOUL:THE Evolution of Animism from Japanese Anime to  Kawai Pop
 
 
Hiromi
DCG in London will present for the first time in England the Japanese artist Hiromi, whose painting is strongly inspired by Anime symbolism. However, her paintings are characterised by a pixelation that gives them an original twist and a bizarre pictorial rendering, making her works absolutely unique.
 

Da dove derivano i grandi occhi sempre presenti nelle rappresentazioni dei personaggi degli anime e dei manga giapponesi?

Sebbene ogni artista abbia uno stile diverso nel disegnare questi personaggi, è indubbio che una caratteristica ricorrente siano gli occhi, sempre molto grandi.

La tendenza è iniziata intorno alla metà del XX secolo con Osamu Tezuka, un famoso autore giapponese di anime e manga, considerato da molti il "dio dei manga”, essendo stato il pioniere di manga e anime moderni.

Questo artista fu molto influenzato dalle rappresentazioni della Disney, e in particolare da personaggi come Paperino, Topolino e Betty Boop, ai quali venivano disegnati occhi molto grandi semplicemente per esagerare le espressioni facciali.

 
Hello There Hapico by Yosuke Ueno
In his latest solo exhibition at the Dorothy Circus Gallery, Yosuke Ueno once again enhanced the effect of his googly eyes in fluorescent colours and glassy rendering.
 

Egli ha quindi iniziato a rappresentare i suoi personaggi con grandi occhi e da allora molti hanno seguito le sue orme, creando di fatto una tendenza.

Ad oggi quasi tutte le rappresentazioni dei personaggi nei manga e negli anime presentano questi occhi esageratamente grandi, che in realtà rispecchiano anche un significato simbolico: infatti, si dice che gli occhi siano lo specchio dell’anima.

In occidente, infatti, si pensa che gli occhi riflettano immediatamente le emozioni, le paure e il sé più profondo di una persona. 

Gli occhi molto grandi negli anime rendono quindi più facile rappresentare queste emozioni ed inoltre rendendo i personaggi più riconoscibili, e  tutto ciò  è in linea anche con l’estetica tradizionale giapponese, che apprezza la capacità dell'artista di far provare realisticamente agli spettatori emozioni più forti.

 

 Impronta by Jesus Aguado and Hello Again and Again by Kathie Olivas
 

Dalla cultura degli anime e dei manga deriva anche il movimento Kawaii Pop, tradotto anche come Cutism, da Kawaii, che in giapponese significa cute, carino.
La cultura kawaii giapponese è entrata nel lessico globale del mondo dell'arte all'inizio degli anni 2000, ma è un'estetica che si è evoluta nel corso dei decenni.

Il termine carino, tuttavia, non riesce a cogliere del tutto il significato delle opere che rientrano in questa categoria. 

Esse sono spesso caratterizzate da colori sgargianti o pastello, personaggi dagli occhi enormi, atmosfere nostalgiche, animali antropomorfizzati.

Il termine Kawaii ha una vasta gamma semantica, essa spazia dall’idea dell'essere dolce e adorabile, fino a trasmettere l’idea di qualcosa di pietoso e patetico.

Spesso i protagonisti delle opere Kawaii hanno grandi teste, e grandi occhi, attributi questi, che rimandano l'innocenza, ma non solo. Le opere kawaii infatti presentano una natura contraddittoria. Non sono solo la rappresentazione di qualcosa di carino.

Portrait of Landscape Snowy Mountains 1 by Ryoko Kaneta

 

Anzitutto, l’innocenza infantile è una nozione importante all'interno della cultura kawaii; inoltre “la carineria” come prodotto, è tradizionalmente rivolta a coloro che si trovano nell’età tra l'infanzia e la maturità.

Anche i consumatori adulti di questo tipo di arte stanno in un certo senso andando incontro ad una certa fantasia giovanile, il recupero di uno stato emotivo precedente, un antidoto agli effetti disumanizzanti di un mondo postmoderno.
Kawaii non è assolutamente solo un'idea commercializzata per  bambini, anche se i suoi consumatori sono soprattutto giovani. 

I personaggi Kawaii sono fondamentalmente delle metafore: essi sono l'incarnazione di un'innocenza perduta.L’amore per la “carineria” delle opere Kawaii è un atto di ribellione contro la tradizione, il conformismo e gli obblighi sociali che derivano dall'età adulta. È, quindi, il rifiuto di crescere. 

 

 Mayuka Yamamoto - Conosciuta anche per i Googly Eyes.
 

 

C’è da dire che la perfezione è l’opposto del kawaii. Nel Kawaii Pop al centro vi sono gli impotenti. I soggetti di queste opere sono spesso esseri che richiedono cure e attenzioni speciali: bambini, animali domestici ecc. Spesso sono degli adorabili biomorfi con le caratteristiche disarmanti dei bambini, e quindi, guardandoli, immaginiamo che siano impotenti e innocenti. Nell opere Kawaii, inoltre la “carineria” può essere utilizzata come arma e molti personaggi kawaii, che appaiono come innocui o bisognosi, sono in realtà amanti del caos.

Le caratteristiche distintive del kawaii sono diverse. Infatti, le opere presentano una forte enfasi sul pietoso o il patetico, caratteri che puntano a suscitare simpatia da parte dello spettatore. Così, i piccoli mostri deformi o le creature rappresentate ci risultano  particolarmente amabili perché in realtà ci suscitano pena.

L'importanza del movimento kawaii è evidenziata soprattutto attraverso le opere di artisti come Yoshitomo Nara e Takashi Murakami, che creano rivisitazioni nostalgiche di fantasie infantili o opere satiriche contro l’iperconsumismo di oggi.

Miss Margaret by Yoshitomo Nara
 
Anche nell’arte africana troviamo l’influenza dei Big Eyes, e ciò è evidente nelle coloratissime opere dell'artista nigeriano Samson Bakare, nelle quali i protagonisti sono sempre rappresentati con grandi ed espressivi occhi che guardano dritto verso lo spettatore. 
 
Cassandra in wonderland, 2023, Acrylic on canvas (Left)
To err is human, 2023, Acrylic on canvas (Right)
 
Sei un fan dei Big Eyes? Non puoi perderti The Train of Wonder, la prossima mostra collettiva alla DCG con Hiromi, Esao Andrews, Fajar Amali, Valdo Manullang, Thomas Ascott, Lei Xiaohan, Wang Jin Bo, Rene Cuvos, Fandi Angga Saputra, e Gokcen Yuksek.
 
Thomas Ascott, representative artwork, new work coming soon (Left)
Gocken Yüksek, representative artwork, new work coming soon (Right)
 

Dalle avanguardie del nuovo movimento surrealista emergente dagli Stati Uniti all'affascinante mondo del Kawaii Pop asiatico, e ultimamente etichettato come Cutism, questa mostra presenterà una vasta gamma di espressioni artistiche che si fondono perfettamente insieme, come voci celesti che si armonizzano in un coro ."The Train of Wonder" funge da testimonianza della natura sconfinata dell'arte contemporanea, dove i confini tradizionali svaniscono, e fanno sì che prevalga una visione collettiva di amore e unità.

Con questa mostra si avrà modo di immergersi in un vibrante arazzo di emozioni, storie e prospettive. Da paesaggi onirici a personaggi stravaganti, le opere d’arte di questo group show ti inviteranno a esplorare le profondità della tua immaginazione e a contemplare i messaggi profondi che contengono.

 

Rene Cuvos, representative artwork, new work coming soon (Left)

Valdo Manullang, representative artwork, new work coming soon (Right)

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DCG ROME

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